Descrizione
Nel luglio 2007, grazie al protocollo d’intesa tra il Ministero della Pubblica Istruzione e la Confederazione Nazionale Yoga, l’antica arte meditativa e ascetica basata sulla combinazione sequenziale di posizioni (ASANA) e di riflessione spirituale legata all’ascolto del proprio respiro e ad una maggiore coscienza del proprio esistere nel “qui ed ora” come corpo e anima, entra ufficialmente nelle scuole, determinando lo sviluppo di nuovi progetti pedagogici ed educativi in grado di aiutare bambini, ragazzi ma anche adulti a ritrovare se stessi attraverso lo yoga.
Una necessità tanto più impellente quanto più virtuale sta divenendo lo spazio in cui agiscono e vivono i nostri ragazzi (non solo loro ahimè…), una società protesa verso l’immagine che scorre, la sedimentazione incontrollata degli istanti che non ci accorgiamo di vivere, una società che presta poca attenzione ai bambini in quanto bambini ma come destinatari di beni di consumo il cui advertising bombarda le loro madri.
La sempre più diffusa attività informatica e l’utilizzo di modernissime strumentazioni tecnologiche necessitano di nuove chiavi interpretative per una corretta prassi nel momento di apprendimento.
L’autrice enuclea in profondità il suo progetto di inserire lo yoga nelle scuole con esempi di esercizi e pratiche che riuniscono musica, movimento, parola, insegnamento, alla scoperta di un linguaggio alternativo che emerge anche dalle numerose citazioni letterarie che hanno per oggetto il bambino, il suo sviluppo, il rapporto con insegnanti e genitori, di cui l’autrice intesse il testo più propriamente discorsivo.
In ultimo, la parte più complessa e probabilmente più de- licata da mettere in pratica per l’insegnante, il momento dell’improvvisazione, della creatività infantile.
Il saggio è quindi “multifunzionale” e ricco di spunti anche per riflessioni intorno alle possibili declinazioni pedagogiche dello yoga.
L’autrice mette in luce i diversi nodi del binomio yoga- scuola analizzando casi concreti e progetti da realizzare in strutture educative, con alcuni semplici esercizi individuali e collettivi in grado di catturare l’attenzione dei ragazzi non verso oggetti esterni ma soprattutto verso la loro interiorità, vissuta in termini di espressione e libertà: lo yoga diviene “strumento”, “materia”, “esperienza” ludica e autentica.
I parallelismi tra le sequenze di ASANA e le figure di una coreografia divengono, a questo punto, necessari: una danza comporta il movimento, la coordinazione di tutto il gruppo per eseguire delle composizioni e delle immagini con il corpo e talvolta le parole. In questo senso, si esplica anche la funzione degli ASANA come strumenti direttamente collegati alla fisiologia indiana: attraverso l’assunzione di diverse posizioni del corpo (pensiamo ad esempio al Saluto al sole, il SUrYA NAMASKArA) – su sottofondo musicale e con modalità di volta in volta consigliate dall’autrice – il bambino diviene in grado di purificare i canali energetici (NADI) e di incanalare l’energia verso specifici punti del corpo ed ottenere così un notevole beneficio psicofisico. Gli ASANA sono inoltre arricchiti con MUDrA (gesti simbolici delle mani), PrANAYAMA (tecniche respiratorie) e MANTrA (suoni), allo scopo di modificarne o potenziarne gli effetti.
Un saggio utile ed esauriente per coloro che intendono av- vicinare i propri bambini o allievi allo yoga e che vogliono scoprire le mille possibilità di una proposta culturale fortemente legata al corpo e alla mente del bambino.